Description
La storia racconta che un Priore, di ritorno dalla Spagna, avesse soggiornato per alcuni mesi nel Convento di Cremona. Gran buongustaio, lo denotava la stazza imponente, il Priore una sera assaggiò un formaggio prodotto in loco che gli piacque. Chiese di chi fosse opera. I frati gli indicarono il casaro che li riforniva e il mattino dopo si presentò alla fattoria. “Buon uomo” – gli disse – “il tuo cacio è buono assai, ma con i miei consigli assai migliore sarà”. Stupito e intimorito, il casaro assentì. Non l’avesse mai fatto! Per giorni e giorni il Priore tormentò il pover uomo con consigli, pur giusti, ma che al casaro suonavan sempre come predicozzi. “Ci siamo” – disse finalmente un dì il Priore – “ora saprai fare il cacio che mi merito; ti aspetto tra venti giorni al convento con la tua opera”. Quando il casaro si trovò in mano la pasta filata gli venne in mente il Priore e pensando “vorrei strozzarlo quel noioso” torse con forza la sommità. Guardò quella forma strana, che invero gli ricordava quella dell’uomo di Chiesa, e tutto soddisfatto la pose a stagionare. Quando portò il formaggio al Convento, il Piore lo assaggiò e soddisfatto gli disse: “Bravo figliolo. Meriti un plauso per il cacio, ma due settimane di penitenza per la tua irriverenza. L’hai fatto tale e quale a me”.